Lo chiamano “l’alchimista del vino” e questo fa già capire quanto la sua professionalità si intrecci con la vite e con la terra, ormai da oltre 40 anni. Luca Maroni è un analista sensoriale del vino, capace di coglierne ogni piccola sfumatura e di indagarlo come pochi sanno fare.
Ha degustato per noi un ampio ventaglio della nostra gamma prodotti, ecco le sue votazioni:

- Nino 2012 – 96 punti
- Cutaja Nero d’Avola Riserva 2017 – 94 punti
- Terre di Giumara Inzolia 2020 – 93 punti
- Terre di Giumara Zibibbo – 93 punti
- Naturalmente Bio Perricone 2020 – 92 punti
- Naturalmente Bio Catarratto 2020 – 92 punti
- Naturalmente Bio Grillo – 92 punti
- Tagòs Vendemmia Tardiva 2017 – 91 punti
- Delia Nivolelli Syrah Riserva 2014 – 91 punti
- Spumante Brut 2016 – 91 punti
- Naturalmente Bio Nero d’Avola 2020 – 90 punti
Ma come vengono attribuiti questi punti? Così risponde a questa domanda il grande maestro:
“I parametri che determinano la qualità del vino sono tre, e sono i parametri che io stimo con i miei sensi. Innanzitutto la consistenza, ovvero la ricchezza del vino in estratti, cioè quando il vino è diverso dall’acqua, quando è polposo. Il secondo parametro che valuto è l’equilibrio del sapore: deglutisco un sorso di ognuno dei vini che degusto e valuto se la morbidezza del sapore dei vini bianchi è uguale alla loro acidità, e dei vini rossi se la morbidezza del gusto è uguale all’acidità più il tannino, cioè l’amaro. Il vino deve essere equilibrato al sapore per essere piacevole. Dunque, nei bianchi dobbiamo sentire sì la fragranza acida, ma la giusta morbidezza così come nei rossi, dove la componente amara si somma a quella acida, la morbidezza del sapore deve essere assolutamente armoniosa e bilanciata. Il terzo parametro è l’integrità. La natura ci consegna il frutto, e ormai la maggior parte dei viticoltori italiani raccolgono un frutto perfetto, nella loro virtù tecnica e nella magnificenza naturalistica e produttiva dei nostri siti. Tuttavia anche la migliore uva del mondo può essere alterata perdendo le sue originarie caratteristiche organolettiche. È fondamentale quindi che l’enologia rispetti il gusto e l’aroma del frutta e la tratti dalla fase solida a quella liquida in modo assolutamente pulito. Tanto più un vino è ricco, equilibrato e integro, tanto più alto sarà il suo indice di qualità.” (fonte: lucamaroni.com)