L’anno in corso, il 2020, rimarrà impresso negativamente nella storia. Verrà riportato nei libri dei nostri figli e dei nostri nipoti. Nessuno di noi avrebbe mai pensato di vivere una situazione così irreale, quasi da film dell’apocalisse. Adesso le domande sono tante: ne siamo usciti? ci sarà una ricaduta? come verrà gestita? Ovviamente il nostro pensiero – oltre che in prima istanza alla salute – va a tutte le attività commerciali che fanno impresa, come noi.

Team Caruso & Minini
Parte del Team Caruso & Minini

Con queste poche righe vogliamo fare il punto con voi per quanto riguarda la nostra ripartenza…cosa abbiamo fatto da quel “libera tutti” 4 Maggio? 

Ovviamente ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo messo in campo tutta la nostra passione e la voglia di ripartire. La nostra attività però ha subìto delle modifiche sia per quanto riguarda la nostra organizzazione aziendale, che ha visto la comparsa di termometri, mascherine, guanti e distanziatori sociali, sia per quanto riguarda il nostro modus operandi: abbiamo iniziato infatti facendo dei turni, per non sovraffollare gli uffici e abbiamo purtroppo sospeso tutti i nostri amati giri e partenze.

Parlando di operatività sul campo, come i nostri consumatori sanno, i nostri clienti principali sono i Ristoranti e le Enoteche – nel gergo commerciale i cosiddetti HORECA -. Avendo quindi pochi contatti, quasi del tutto nulli, con i supermercati, inizialmente per noi è stata dura, soprattutto per quanto concerne il mercato nazionale. In quel contesto, se ben vi ricordate, abbiamo infatti lanciato tramite video, messaggi di speranza e di conforto a tutti i nostri clienti, quasi come a voler abbracciare tutti virtualmente per formare una lunga catena di solidarietà.

Fortunatamente, diversa è stata la prospettiva internazionale: mercati come il Canada, con cui collaboriamo da diversi anni, che vedono il monopolio come unico acquirente, hanno continuato ad operare ed ordinare come se nulla fosse stato; dopo un brevissimo momento di silenzio, per fortuna anche il Giappone è ripartito abbastanza in fretta.

Da lì, è stato un continuo crescendo, pian piano tutti gli stati del mondo si sono sbloccati fino a ripartire a pieno ritmo come in tempi pre-Covid. Anche gli USA, che inizialmente “grazie” all’attuale presidente Trump avevano minacciato l’applicazione del 100% di dazi su tutti i vini Europei, hanno poi optato per la non inclusione in questo “simpatico gruppetto” dei vini italiani.

Ad oggi, una cosa però la vogliamo dire: anche dai momenti difficili, viene sempre fuori qualcosa di buono. Infatti, proprio nel bel mezzo della tempesta, ci siamo comportati come una squadra, come una vera famiglia che si è unita ancora di più per fronteggiare qualcosa che poteva mettere a rischio la nostra attività e la nostra vita. Adesso siamo in vendemmia, il raccolto è ottimo, le uve sono eccezionali e ci piace pensare che questo sarà di buon auspicio per l’anno che verrà.